SARINSKI GOES TO CHINA

Nel mio palazzo, questo Dicembre, si è deciso per una disciplina militare: l’acqua calda è stata bandita!
Dacché il clima a Milano non è per nulla rigido e a noi la neve ci fa una pippa a due mani! Noi ci si abbevera direttamente dalle fonti del K2! Ci si fa il bidet con la granita! Ci si lava la faccia con le stalattiti! Ci piace il clima da grotta artica, che noi non si è per la mollezza!

Ma Sarinski, che è una creatura moderna e non è per queste rigidità, condanna i fascisti metodi dell’amministrazione e ha valutato diverse possibilità per sabotare il sistema e garantirsi la sopravvivenza:

Opzione A

Condividere con l'universo i suoi umori corporali rifiutando l'acqua fino a che il tecnico della caldaia, che scende direttamente dalla destra del Padre, non ci faccia la grazia di palesarsi a noi miserabili mortali.
Opzione B
Auto-pulirsi leccandosi come i gatti.
Oppure Opzione C
Giungere a un compromesso e lavarsi a pezzi, andando a fare una piega per evitare di congelarsi lo zuccone piatto e impedire così la prematura morte per assideramento.

Sebbene l’opzione B fosse accattivante e il decesso per assideramento romantico, la nostra eroina ha spalleggiato per la più assennata opzione C, aggiungendo il comma: “BARBONI”, sì, perché con i suoi dieci Euri in tasca e tanta tanta paura ha superato i suoi latenti pregiudizi xenofobi ed è andata dal TEMIBILE PARRUCCHIERE DEI CINESI

Povertà is the new black.

Nel tragitto verso il luogo della perdizione avevo le pulsazioni che superavano i centonovanta battiti al minuto, manco avessi inalato una damigiana di Popper. Cercavo di apparire calma ai passanti, ma i miei movimenti induriti tradivano l’agitazione e sono sicura che tutti abbiano pensato: “QUELLA va al parrucchiere dei CINESI! Sacrilééégio! Marchiatela a fuoco con la lettera scarlatta!”. Soprattutto lo ha pensato Santo, l’italianissimo parrucchiere che ho dovuto superare per raggiungere la meta. Santo indossava il suo camice immacolato e non aveva una minchia da fare, guardava fuori dalla vetrina, demoralizzato. Eh lo so, Santo, che ho tradito la Patria e che i China ti fanno concorrenza sleale, epperò tu mi metti una piega capello lungo a trenta Euri! Lo sai che il nazionalismo è una malattia, Santo!

Con il cuore che mi si stringeva nel petto alla vista di Santo, sono arrivata davanti alla vetrina e Welcome to Repubblica Popolare Cinese!
Non so cosa mi aspettassi esattamente, ma TUTTO era cinese. Le luci di Natale erano cinesi, perché solo i Cinesi possono usare l’arancione e il verde vellutata di piselli per le decorazioni. Il Babbo Natale sulla porta era cinese, probabilmente originario della Manciuria. Sui poster appesi alle pareti
che erano invece di un milanese inequivocabile perché erano tinte nel classico culur trasù di ciuc, un colore instupidente – c’erano modelle cinesi. Le extentions appese al muro avevano etichette cinesi. Le prese elettriche tenute insieme con lo scotch, a cui erano attaccati i fili di quindici fon, otto di quelli che sembravano enormi vibratori ma che dovevano essere ferri per i boccoli, di tredici piastre e delle luci di Natale arancioni e verdi pisello, erano indiscutibilmente cinesi. Gli specchi a trapezio rettangolo forse non erano cinesi, ma erano di sicuro di cattivo gusto e sarebbero piaciuti un sacco a Jem, la Cantante.

Sebbene il piccolo locale squallido e sporco fosse gremito, nessuno parlava. I Cinesi non ti chiedono quando ti laurei, che lavoro fai, qual è il reddito della tua famiglia, con chi ti accoppi selvaggiamente. Loro NO. Silenzio sepolcrale.  Non mi aspettavo una loquacità travolgente, ma mi ero informata ed ero preparatissima sull’involtino primavera, il balsamo di tigre e il segno del Cane. Avevo anche argomenti per un confronto infuocato sul Tibet. Comunque, Cinesi 1 - Italiani 0, che le conversazioni con i parrucchieri sono nella top 10 delle situazioni che mi fanno anelare a una morte rapida. Non so mai cosa dire. E poi mi tocca mentire di continuo, soprattutto quando vado dal parrucchiere di Madre: “Mi manca solo la tesi”, “No, giuro e prometto, non ho mai usato l’ammorbidente quando avevo finito il balsamo”, “Sì belli questi riflessi, hai ragione, mi illuminerebbero, magari prendiamo l’appuntamento più avanti per farli, che sono in partenza per il Belize”.


Gli addetti ai lavori erano quattro: una signora, due ragazze e un ragazzo. Tutti trendissimi. Lui con il famigerato taglio appena sveglio. Le ragazze vestite di pizzo pizzo pizzo e leopard prints, you're gonna see them EVERYWHERE! Il tarocco imperava OVUNQUE sovrano.


Anche in Cina la rigida scala sociale gerarchicamente strutturata delle lavateste è rispettata severamente: solo la più anziana lavava i capelli.

“Plego, sedele qui!” e mi ha fatto indossare una vestaglia in acetato con una fantasia psichedelica e la stampa di un dragone. Guardando terrorizzata il mio vicino di lavabo, sdentato e dal capello unto, indossare la stessa vestaglia, ma con una tigre, ho pensato a quali membra quell’accappatoio dovesse aver conosciuto prima delle mie. Ma non ci ho voluto pensare troppo perché guardando le boccette di shampoo era già sull’orlo delle lacrime.
Mi sono seduta e ho retto il peso del mondo con le mie spalle, ovvero il peso del lavandino, che non si reggeva da solo. La signora ha iniziato con un adagio sul mio cuoio capelluto, sfregando sempre di più sino ad arrivare a un allegro. Per circa trecento volte ha messo una piccola quantità di prodotto sui miei capelli e lo ha allungato con l’acqua. Un’acqua che doveva provenire direttamente da qualche condotto dell’inferno, tanto era ustionante. Per lunghissimi minuti di tachicardia ho temuto il peggio, ma alla fine mi ha applicato anche il balsamo e mi ha districato i nodi con le mani senza farmi lacrimare gli occhi come succede tutte le volte. Poi, mi ha tamponato i capelli con un asciugamano che, sono sicura, fosse già bagnato.

Mi sono seduta davanti allo specchio immaginandomi pelata, invece i capelli erano morbidi e profumati ed io avevo il regolare e caratteristico incarnato livido tipico da parrucchiere. Non mi ero mai vista più brutta, quindi tutto bene.
“Liga? Lisci o licci?” mi ha chiesto la ragazza, bellissima ma d’arancione tinta, che aveva iniziato a pettinarmi.
Mi ha asciugato i capelli con cura e attenzione, interpretando magistralmente i miei pensieri e duellando all’ultimo sangue con tutte le mie rose.
Mentre osservavo gli oggetti pieni di polvere e il pavimento coperto di capelli - ma le spazzole erano pulite - ho ascoltato le conversazioni tra clienti e parrucchieri. Di fianco a me, una signora con il taglio a fungo atomico e il ragazzo cinese:
“Marco, bei gonfi eh!”
Ma come “Marco”? Ma sei Cinese, Marco! Che cazzo dici? Ti chiamerai Xingxing, Xiwàn, Meimei, Xiafan! No, si chiama Marco e ci tiene tantissimo che lo chiamiate MARCO. Vi piacerebbe se vi chiamassero Mulan a voi? No, ecco, infatti. Lui si chiama MARCO.
Allora, incuriosita, ho fatto la domanda che non avrei dovuto fare alla ragazza che mi stava fonando i capelli: 
“Ehm, come ti chiami?”
Con voce bella e dolce, mi ha risposto: “Sara”.
Non sapevo se sentirmi lusingata o mortificata dalla scelta del suo nome italiano.
“Ma con l'H?” ho chiesto, con i lineamenti paralizzati, ben conoscendo le declinazioni tamarre del mio nome.
Non ha capito. Non ho chiesto di nuovo per non sembrare offensiva.

Chiamatemi con un bel nome spocchioso, nobile e altisonante d'ora in poi: Alberica, Sveva, Lucrezia!

 
There is a lot of Lucrezinskiness here.

Alla fine ho pagato sei Euro, i miei capelli erano perfetti, la signora cinese mi ha detto: “Bela!”, mi sono tenuta ben lontana da una spugna gialla con cui pulivano il collo di tutti, ma avevo un bisogno disperato di ricchezza e qualità.
Allora Lucrezinski è uscita da lì, è entrata in una profumeria e ha comprato il profumo più costoso che ha trovato, così a spregio. 
Volevo fasto, opulenza e lusso e tutte le altre cose che non mi posso permettere se no non andrei dai Cinesi a farmi la piega. E ve lo faccio anche vedere perché la scelta del mio profumo è figlia di una difficile lotta intestina durata anni, così vi viene fuori anche una bella anteprima su Bloglovin'. Tiè. 

DSC01630

Bloglovin' su cui per altro mi sono accorta di aver fatto un casino perché, sfidando l'imbecillità più bieca, questo blog ha due profili. 
Boh?

Comunque, Cinesi, ci rivedremo presto. La tinta e il taglio però me li faccio da Coppola eh gioie, non me ne vogliate. 
E pulitelo sto pavimento ogni tanto.


-L

26 commenti:

  1. Non c'è niente da fare: you're a fuckin' genius!
    Non ti manca niente, stella!
    Che, per caso, sei anche mancina?
    Sarebbe l'en plein!

    RispondiElimina
  2. Idolo. Dovrei leggere un tuo post ogni mattina, mi ha messo veramente di buonumore! :D

    RispondiElimina
  3. Però ci voleva la foto con il risultato finale!

    Erika

    RispondiElimina
  4. Il taglio più fantastico che abbia mai avuto me lo ha fatto proprio un coiffeur cinese mentre stavo a Pechino.. per DUE euro! aah, che emozione. Certo ha tentato di asciugare i capelli con la piastra, ma è bastato urlare.

    (comunque la storia dei nomi è una palla. un mio amico cinese dice di chiamarsi Enrico -hahah-, ma gli ho controllato i documenti ed in realtà è Huang!)

    RispondiElimina
  5. Una volta mia madre riuscì a farsi dire il vero nome di un'allegra cinesina di un negozio di pseudo-abbigliamento, perché non credeva che fosse Giulia.
    "Dimmi - il tuo - nome - prima - di venire - qui!"
    Alla fine il nome ce lo ha detto, ma non l'abbiamo capito.
    Però l'abbiamo sentita distintamente quando ha chiamato sua figlia, una neonata di pochi mesi, Jessica.
    Ah, la globalizzazione.

    RispondiElimina
  6. adoro il chloè!!!é buonissimo, io gli ho dedicato un post nel mio blog.

    www.soglamourous.blogspot.com

    RispondiElimina
  7. Ahahah ma alla fine non sono male eh!
    Ho accompagnato mia mamma qua a PN dal primo parrucchiere cinese che han aperto: 12 € taglio e piega, posto pulitissimo e solo prodotti monouso L'Oreal.
    Unica pecca? Difficile capirsi con la parrucchiera :)
    Il risultato finale però era ottimo!

    RispondiElimina
  8. UAHAHAHAHAHAHAH
    Io ti adoro

    RispondiElimina
  9. mi piace troppo leggerti! :D

    http://pandorabeautymania.blogspot.com/

    RispondiElimina
  10. Sento odore di SVOLTA EPOCALE.
    Quasi quasi ci provo anche io....

    RispondiElimina
  11. Ci sono andata anch'io, per ben tre volte: ho mollato quando la cinesina che mi lavava i capelli, l'ultima volta, ha iniziato lo shampoo con in bocca ancora il boccone della pizza che stava trangugiando prima del mio arrivo. Lì non ho retto più. Pero' uscivo cinesissima, capelli super lisci ;)
    ps proprio oggi mia mamma mi ha comunicato che hanno chiuso il negozio per sospetto giro di prostituzione........

    RispondiElimina
  12. io sono ancora una di quelle che si fa 12 ore di treno per andare del SOLItO-DECENNALE parrucchiere... mi manca il coraggio!

    RispondiElimina
  13. ma come vai da Coppola per taglio e colore?
    devi andare da Santo, pover'uomo!


    Carol

    RispondiElimina
  14. mia musa ispiratrice,il profumo è buono?
    sarei tentata di comprarlo e ad una prima sniffata mi è parso anche buono,ma vorrei il suo illuminato parere!

    RispondiElimina
  15. Ciao!!!
    Sono contentissima di aver trovato il tuo blog, mi piace un sacco!
    Ti seguo, se vuoi passa a visitarmi! (Non è davvero nulla di che, è stato aperto per un progetto universitario ed ora è lì)

    C

    RispondiElimina
  16. ti seguo da tanto ma è la prima volta che commento. sarà stata l'emozione di leggere che la mia famiglia non è l'unica a usare l'espressione trasù de ciuc a darmi il coraggio di compiere il grande passo!
    cara lucrezia II caltagirone viendalmare di borbone della rovere volevo dirti poi.. ti ricordi quando ti lamentavi della mancanza di sponsor che ti proponessero ghivauei, dicendo che ti saresti accontentata di una coroncina di burger king? ecco. ora non mi ricordo il nome del blog (l'avevo visto grazie alle soloinvidiose) ma recentemente una wannabe ferragnesca ha fatto un interessantissimo sciuting di autfitS dalle velleità fescioniste, sempre con indosso la mitica coroncina. ma che roba sarinski, ti rubano pure le idee!

    anna

    RispondiElimina
  17. Ti lovvo senza soluzione di continuità. Wonder

    RispondiElimina
  18. Cara Sarinski, ho ceduto anche io più volte al fascino low cost del cinese...la voglia di specchiarmi e non vedere la mia solita capigliatura alla "Cocciante" era troppo grande....Ho avuto solo qualche difficoltà quando durante il lavaggio capelli, la ragazza si interrompeva per scatarrare furiosamente in un angolo..! Ho dovuto reprimere con fermezza svariati conati di vomito....In Cina si scatarra liberamente per strada, non lo sapevi?!? eh si, è usanza comune....Se per questo si soffiano anche il naso con le dita…Ma questa è un'altra storia!
    Un Bacio e..Ti stimo
    Alessandra

    RispondiElimina
  19. ahahahahahah! l'immagine degli addobbi color vellutata di piselli mi farà fare gli incubi stanotte! :°°D

    RispondiElimina
  20. Grazie a tutti per esservi fermati anche questa volta a leggere le mie boiate ♥
    Mi rendete davvero felice, sul serio, mi cambiate la giornata con i vostri commenti, ci penso spesso, grazie!

    SuperEgoVsMe io ti devo delle scuse. Scuse sentite per non aver più risposto alla mail, leggendo adesso il tuo commento mi è venuto in mente. Perdonami, davvero non lo faccio con cattiveria, è il dramma di avere le mail sul cellulare, le leggo magari che sono ancora in coma vigile e poi mi dimentico di rispondere, ti chiedo scusissima sinceramente!

    Erika non ce l'ho della prima piega, ma mi sono fatta una foto -urenda- della seconda piega, versione Maria Antonietta di Francia, la trovi sul mio Twitter: http://twitter.com/Sarinskiness, ma cerca di non aver mangiato prima della visione.

    Vale, dodici ore di treno? Hai la mia stima, tanta.

    Carol, il buon Santo è un parrucchiere più per sciure, ma prometto di mandarci mia nonna! ^-^

    M... oddio io lo trovo buonissimo!!!
    Sulla confezione ci sono scritte un sacco di cazzate sulle note di pino di bosco, le teste di gelsomino e le rotondità di mughetto, ma secondo me profuma di Rosa, però non è dolce come quello di Bulgari e sa meno di cinese (visto che siamo in tema) di quello di Paul Smith, a me piace davvero molto e per la prima volta ho trovato un profumo che resiste sulla mia pelle! Provalo!

    C, e io sono contenta che tu mi abbia trovata, passerò a farti una visitina! ^^

    Anna, oddio ahahahahahaah mi hai fatta ribaltare!!! Aspetto i tuoi commenti d'ora in poi!!!

    Alessandra... che immagine deliziosa che mi hai lasciato, la cinesina scatarrante, grazie! ^-^

    Scusate se non riesco a rispondere a tutti i commenti singolarmente, ma davvero li leggo tuttissimi, vogliatemi bene anche se sono una merdaccia.

    -S

    RispondiElimina
  21. Santo lascialo dov'è. Tanto simpatico e gentile ma..una sanguisuga per vecchie! ;)

    Sono andata da loro giusto ieri: mi ha fatto la piega Marco.. Angela (!!!) si è presa cura della mia amica.
    Prima o poi farò le extention ;)

    RispondiElimina
  22. Ma va la!!!!!!!!!!!!!
    ne timeas, a me non capita solo perché se mi capitasse cadrebbe la mia testa (ah essere uno squallido legale: gioie e dolori!)

    RispondiElimina
  23. io ero tentata dai massaggi...ma ho paura che le femmine non siano contemplate nel loro parco clienti ç_ç soob.
    Per la piega...sono senza speranza, solo piastra o ferro..faccio da me a sto punto!

    Baci,
    Momo

    RispondiElimina
  24. Hai un incredibile talento! Quando leggo riesco ad immaginarmi tutto nella mia ridicola e limitata mente. Mi faccio delle risate con dei lucciconi giù per gli occhi che sembra mi abbiano appena riempito di botte con una mazza chiodata. Ah, e io mi chiamo Lucrezia. Lo so, è un nome triste, ma mia madre era indecisa tra questo che mi son beccata e Zaira o eventualmente Zara. Pensa se mi avesse chiamato Zara davvero! Sarei andata in tutti gli store a dire che ero la figlia del signor Zara e che lo aveva dedicato a me e dunque avrebbero dovuto regalarmi tutto. Ma mi ha chiamato Lucrezia, e al massimo posso farmi fare lo sconto se mai deciderò di mettere piede in un sexy shop.
    Ti adoro, sposami.

    RispondiElimina

There is a lot of Sarinskiness here.

Messaggi da darmi, cose da dirmi, insulti, pubblica gogna,
sfrenati, folli e disinibiti apprezzamenti, qui
Grazie

-S